Come comportarsi con i figli del nuovo compagno

1/7 – Introduzione

Non esiste nessun manuale per imparare a fare i genitori, immaginarsi quanto possa complicarsi la vicenda se dobbiamo fungere da genitore per un figlio che non è nostro. Si tratta di un rapporto difficile da instaurare, ma che potrà, dal punto di vista emozionale, avvicinarsi molto a quello genitore-figlio. Con tutte le conseguenze del caso. Nessuno può dire come sia giusto o meno comportarsi, il tema è talmente privato e personale che non possono esistere delle regole certe ed assolute; cerchiamo di ottenere però il miglior risultato seguendo delle indicazioni di massima, di seguito descritte, so come comportarsi con i figli del nuovo compagno.

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L’approccio cambia a seconda dell’età del figlio, ovviamente. Bisogna sempre tener presente che all’inizio, il nuovo compagno o la nuova compagna del genitore, verranno visti con la diffidenza di chi non è di famiglia ma si comporta come se lo fosse: saranno nuovi affetti nel contesto che il ragazzo o la ragazza hanno sempre vissuto come la propria famiglia. Oltretutto i figli provengono dal trauma della separazione dei propri genitori. Quindi, innanzitutto bisogna avere la pazienza di aspettare che l’esperienza appena trascorsa e la nuova fase vengano metabolizzate, senza forzare la situazione.

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Il carattere dei ragazzi ed il rapporto che esisteva nella precedente famiglia condizionano moltissimo l’accettazione o meno della nuova compagna del padre, che viene vista spesso come un’ intrusa, una ” ladra ” di sentimenti e di affetto. Non si potrà mai sostituire la mamma naturale che visceralmente ha avuto ed avrà sempre un legame molto intimo con il figlio, ma si può instaurare una relazione di fiducia reciproca produttiva per entrambi. Allo stesso modo, il compagno della madre potrebbe essere visto come una minaccia per la madre stessa, soprattutto dal figlio maschio, oppure, sempre, come un intruso. La gradualità è il segreto, ed è buona norma evitare di sostituirsi al genitore assente; è anzi opportuno riferirsi al bambino o al ragazzo con espressioni come “la tua mamma e il tuo papà”, chiamandosi fuori dalle decisioni che lo riguardano.

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Scegliere di subire una predominazione è in assoluto un errore: teniamo conto che questo non favorisce certo il rapporto di coppia (il conflitto partner/figlio crea inevitabilmente una divisione) e, in ottica educativa, è estremamente negativo trascurare il rispetto che un adolescente deve ad un adulto. È giusto tenere presente che il genitore separato sarà sempre il genitore, ma allo stesso tempo è da chiarire che anche il nuovo compagno di mamma o la nuova compagna di papà hanno diritto ad un posto nel cuore del partner e, fosse anche solo per questo, il rispetto è dovuto.

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In caso di convivenza è importante stabilire, di comune accordo coinvolgendo anche i figli, delle regole per preservare la vivibilità della casa, nell’interesse di tutti gli abitanti: il genitore presente avrà, in questo senso, il compito rigido di farle rispettare. In una situazione difficile, garantire a ciascuno un ruolo, dello spazio, e del tempo con le persone a cui vuole bene è un sistema infallibile per una serena e pacifica condivisione della casa e può aprire le porte, in un futuro, alla condivisione anche della vita.

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La nuova coppia deve porsi come obiettivo quello di far comprendere ai figli che la felicità di ciascun componente della famiglia è la felicità della famiglia stessa. Compreso questo, sarà semplice aggiungere che la presenza del fidanzato di mamma o della fidanzata di papà rendono felici mamma o papà. Le compagne di uomini padri saranno facilitate dal naturale istinto materno che caratterizza le donne.

7/7 Consigli

  • Non porsi come genitore del bambino aiuta un rapporto alle prime battute
  • Viziare il figlio del partner è un errore che verrà pagato, molto caro, nel futuro
  • Rinunciare al rapporto di coppia in nome del figlio è sbagliato, ma qualche sacrificio è richiesto almeno all’inizio
  • Bussare alla porta del ragazzino prima di entrare è buona norma, sia in senso effettivo che in senso figurato…
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