figlio ribelle

Come gestire un figlio ribelle

Come fare a farsi rispettare da un figlio ribelle? Armarsi di tanta pazienza e seguire la nostra guida potrebbe essere un inizio

Essere un genitore e avere a che fare con i bambini non è mai semplice. Purtroppo di errori se ne possono commettere moltissimi e gestire un figlio con il tempo potrebbe diventare complicato, soprattutto se il figlio ha un carattere ribelle e complicato. Una cosa è certa: gestire un figlio non è mai facile, dal momento della nascita al momento del distacco. È anche certo che ogni età abbia i suoi pregi e difetti, che si manifestano dalla tenerezza dei primi anni, alle “smanie” dell’età puerile, al periodo che per molti è il più difficile: l’adolescenza. Prima di affrontare l’argomento è necessario tenere presente una cosa: la crescita di un bambino va seguita costantemente dal primo giorno, così come la sua educazione. Ricordarsi di avere un pargolo alla manifestazione del suo lato ribelle potrebbe essere troppo tardi. Vediamo quindi come gestire un figlio ribelle, attraverso alcuni consigli pratici che vi serviranno per risolvere il problema e superarlo al meglio.

Una situazione esasperante

Gestire un figlio ribelle, in qualunque fase della vita egli sia, è una situazione che per tutti può diventare difficile, diventando talvolta esasperata. Ma ci sono più soluzioni per rimediare a un possibile disastro. La migliore, quella che larga parte degli esperti consiglia, è il dialogo. Parlare con un ragazzo dei suoi problemi, abituandolo a farlo sin dalla tenera età, sarà estremamente utile e permetterà in primo luogo ai genitori di conoscere le reali problematiche che egli affronta. Sarà più facile risolvere i conflitti che presenta con se stesso e con gli altri, sempre cercando di comprendere le cause che lo rendono un ribelle.

Non sempre il dialogo è semplice

A volte, però, i figli non sono disposti ad aprirsi. Ricordate, la maggior parte delle volte la colpa è dei genitori, che non instaurano da subito un rapporto di aperto dialogo e di serio interesse nei loro confronti. In questi casi può risultare molto utile parlare con le persone che interagiscono maggiormente con loro all’esterno della sfera familiare. Gli insegnanti, ma anche gli amici, potranno dare una mano per conoscere e risolvere il periodo che sta attraversando un ragazzo disubbidiente.

Evitare i conflitti

Una volta capito che sono il dialogo e la reciproca apertura a rendere il rapporto con un figlio più semplice e non conflittuale, occorre fare un passo indietro. È la sua educazione, infatti, che va tenuta d’occhio dai primi mesi. Questo non è un invito alla severità e alla durezza. Chiunque, specie nella giovinezza, deve avere la possibilità di fare le sue scelte e, nel limite del reparabile, i suoi errori, e per questo non deve mai essere limitato. Allo stesso tempo, tuttavia, è necessario che impari alcune regole fondamentali da cui partire e da ricordare per tutta la vita. Solo nel caso in cui si riesca a fargli comprendere a fondo (e questo non è affatto semplice) la bontà, la ratio e lo scopo di quelle idee e quelle regole, si potrà pensare di aver svolto al meglio il proprio compito.

Non mollare!

Nessun figlio, per quanto ribelle sia, è una causa persa. Con pazienza, fiducia e amore ogni genitore può riuscire nel suo intento di rimetterlo in riga. C’è solo una cosa da fare: non affogare completamente il suo senso di ribellione, non tanto rispetto ai limiti imposti, quanto alle idee. Assieme all’educazione e al rispetto delle regole è necessario far sviluppare al proprio bambino un senso critico che gli permetta di muoversi bene in tutte le situazioni e i bivi che la vita gli presenterà. Solo allora si potrà essere certi di aver allevato nel modo migliore un figlio.

Allevare un figlio non è mai semplice, soprattutto quando il loro carattere è burrascoso e mette a dura prova la pazienza e la buona disposizione dei genitori. Seguendo le istruzioni di questa guida riuscire a gestire l’intera situazione potrebbe essere più semplice e potrete avere un’idea di come muovervi. Non mi resta che augurarvi buona fortuna.
Alla prossima.

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