Come superare la solitudine adolescenziale

1/5 – Introduzione

L’adolescenza è quella fase della vita compresa tra infanzia e maturità, che si caratterizza per una serie di cambiamenti fisici e psichici, che molto spesso portano a problematiche gravi, da non sottovalutare. Una di queste è la solitudine adolescenziale. L’adolescente che si sente solo, molto spesso si sente incompreso e vive profondi disagi interiori, peggiorati dall’incapacità di comunicare e la mancanza di fiducia in se stesso. Ecco qualche consiglio su come superare la solitudine adolescenziale.

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Il primo passo per superare la solitudine adolescenziale è quello di cambiare atteggiamento sia nei confronti di se stessi che nei confronti degli altri. È importante essere positivi e valutare le circostanze da diverse angolazioni. Essere chiusi in se stessi aggrava il senso di vuoto e porta alla depressione.

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In secondo luogo, una buona mossa è quella di imparare a volersi bene, non in senso materiale, ma a livello introspettivo. Volersi bene vuol dire conoscersi e conoscersi vuol dire saper distinguere ed ammettere sia i propri difetti, che i propri pregi, così da migliorare i primi e valorizzare i secondi. Raggiunto questo step sarà più facile accettarsi e apprezzare la compagnia di se stessi, saper stare da soli, in modo da poter apprezzare anche gli altri senza peccare di superbia o malizia.

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Il passo successivo consiste nell’aprirsi, avere contatti con ciò che si ha attorno, quindi anche con terze persone. L’adolescenza segna uno spartiacque ben definito che funge da rottura, il tempo dell’infanzia è andato, pertanto è come se mancasse qualcosa di importante all’appello. E se il vuoto si fa sentire è bene trovare un buon sostituto, un escamotage che permetta la crescita: cercare distrazioni, avere nuovi interessi, trovare piacere nel conoscere e scoprire cose dapprima ignorate sono ottimi punti di partenza. Stringere nuovi rapporti con persone che non rientrino nella cerchia delle amicizie, non farsi intimorire dalle apparenze o non vergognarsi di fare il primo passo, anche questi sono modi da prendere come spunto. Inoltre c’è da capire che ogni cosa che accade bisogna prenderla e goderne per ciò che è, trovare del buono anche laddove non sembra essercene.

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Ci sono sempre buone motivazioni per vedere il mondo con altri occhi e con positività, non si deve perdere la sicurezza in se stessi, l’ideale, anzi, sarebbe di acquisirne il più possibile, evitando però di scadere nell’altezzosità. Ogni azione fatta per il prossimo deve essere sincera e spontanea, non c’è da aspettarsi qualcosa in cambio o si rischia di agire solamente in funzione di altro (e non per il gusto di farlo). Le incertezze e il “sentirsi diversi” devono farsi da parte, lasciare spazio alle speranze dell’adolescente che, da solo, inizia a conoscersi e a saper discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. In questa maniera ci sono assai più probabilità che sappia stare bene, da solo e in compagnia.

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