Cosa fare se tuo figlio non ti ascolta

1/5 – Introduzione

In quasi tutte le famiglie capitano spesso dei litigi tra genitori e figli. Uno dei motivi principali di queste tensioni è la poca disciplina che i figli spesso hanno nei confronti dei loro genitori. Questo genera, il più delle volte, delle discussioni caratterizzate da toni tutt’altro che pacati. Un figlio, nell’infanzia o in età adolescenziale, vive un periodo della propria vita molto delicato. Un periodo che lo vedrà alle prese con cambiamenti fisici e che formerà la propria psiche. Vediamo, quindi, cosa fare se tuo figlio non ti ascolta.

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Prima di tutto va specificato quel che si intente con “ascoltare”. Il genitore spesso fraintende, ritenendo che il figlio disobbediente sia la diretta conseguenza di un pessimo ascolto dello stesso nei suoi confronti. Un padre o una madre deve mostrare al figlio una particolare attenzione ai segnali che egli stesso invia durante l’ascolto. Questo dimostrerà al figlio l’interesse del genitore. Molto spesso quest’ultimo sfida l’autorità genitoriale disobbedendo. Questo mina il ruolo del genitore, per cui è fondamentale avere sempre sicurezza e autorevolezza. Il classico “no” rivolto ai propri figli senza alcuna spiegazione, non fa altro che accentuare l’irrigidimento del rapporto.

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Osservando il proprio figlio con attenzione un genitore può capire, dall’espressione del volto, dai gesti, dalle reazioni, se sta ascoltando o meno. Per parlare e farsi ascoltare dai figli, si consiglia una riflessione sul proprio temperamento e su quello del figlio. Spesso un atteggiamento educativo può aver dato ottimi risultato con un figlio ma essere del tutto inefficace con un altro. Il carattere del ragazzo è determinante in tal senso. Infatti se egli è cooperativo ed aperto, l’autorità esercitata con forza al momento del bisogno va più che bene. Viceversa se il figlio ha un temperamento ribelle bisogna essere consapevoli che si sta avviando una spirale di ritorsioni, discussioni e musi lunghi. Alla punizione educativa deve seguire il confronto e la manifestazione di rispetto verso il figlio che non ha pianamente raggiunto la propria maturità. Una punizione o un’imposizione senza spiegazioni è un atto “immaturo” da parte di un genitore.

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Per il genitore raccontare serenamente, magari dopo una sfuriata o un lungo silenzio, una propria esperienza della propria adolescenza, può essere un modo per manifestare la propria comprensione. I figli possono riconoscere difficoltà e affanni e, in funzione della loro indole, restare in silenzio o fingere noia all’ascolto. Ma in alcuni casi trarranno le giuste conseguenze. Perché l’ascolto sia efficace, è raccomandabile qualche “sì” sofferto, seguito da una riflessione, un dialogo e quindi un confronto.

5/5 Consigli

  • Non siate troppo rigidi nei confronti dei vostri figli. Piuttosto ascoltate anche voi le loro esigenze.

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