Le più recenti ricerche nel campo delle neuroscienze hanno identificato, nel cervello, delle zone (o meglio dei circuiti) contenenti i cosiddetti "neuroni a specchio". I neuroni a specchio non sono altro che cellule che (come dice il nome) rispecchiano in pieno l'attività delle cellule della persona che ci sta davanti, replicandola. La scoperta potrebbe sembrare sensazionale, ma cosa ha a che fare con l'empatia nelle relazioni d'amore? Solo se la collochiamo all'interno del nostro discorso, vedremo come tutto torna.
In esperimenti effettuati con l'ausilio di elettroencefalogramma, si è visto che quando una persona prova un'emozione forte (ad esempio è arrabbiata, o triste, o felice) nel suo cervello si attivano determinate aree che sono formate da reti di neuroni. Ebbene, lo studio ha dimostrato che le cellule cerebrali di chi sta di fronte a queste persone si attivano nello stesso modo. È chiaro che più due persone sono vicine (emotivamente) più l'attivazione speculare è forte.
Esiste però anche un elemento che può aiutarci a comprendere il meccanismo dell'empatia, che proviene da un'altra disciplina. Secondo la fisica quantistica, tutti noi siamo collegati gli uni agli altri attraverso delle emanazioni (misurate scientificamente) di vibrazioni e frequenze. Addirittura, è stata identificata la ghiandola pineale come la responsabile della comunicazione tra gli esseri umani.
Capiamo allora come il discorso sull'empatia trovi la sua giustificazione e la sua prova proprio nella scienza moderna.
Sentire quello che sente la persona che amiamo e capirla meglio non solo è importante, ma è possibile ed è la più bella delle sensazioni.